Lezione di ieri: i pidocchi degli uccelli parassitano solo gli uccelli.
Martedì 07/11/2023 Oceano Pacifico (Isole Cook)
Abbiamo tentato di tornare a Nord ma il vento cala sempre più.
Drrrrr, drrrr…. Strambiamo verso Sud, ma la bonaccia continua a peggiorare.
Drrrr, drrrr…. Torniamo a Nord in cerca di speranza, ma le onde ci spingono a Ovest.
Aspetta! Il vento ora è favorevole! Drrrr, drrrr…. Strambiamo ancora dirigendo dritto dritto verso Raiatea. No. No no no, non verso Sud, non verso Sudovest, non verso Ovest! Stiamo descrivendo un semicerchio piroettando senza fine in quattro miglia quadrate di oceano.
Gettiamo la spugna e accendiamo il motore per spostarci da qui. Passo tre ore a cercare di tenere la barca dritta, mentre la sterna tenta di bilanciarsi sulle grandi zampe palmate. Non so perché non si sieda, ma alla fine decide che è più comodo sedersi sulla scotta della randa e dondolare su quel trespolo. Dobbiamo spostarla per regolare la vela, poi lei ritorna al proprio posto.
Prima dell’inizio del mio turno ero arrivato al quinto giro di spidocchiatura. Ora Charlotte sale in pozzetto per annunciare che se ne è trovata uno addosso. Non possiamo rischiare di avere i pidocchi in tutta la barca, quindi bisogna rimettere la sterna dov’era prima. Effettivamente ha ragione, è meglio non rischiare. La sterna viene rimessa delicatamente sul tendalino, tanto non c’è vento. Procediamo sbatacchiando il genoa sfruttando ogni alito per guadagnare qualche metro verso la zona ventosa a Sud. Appena spento il motore, le onde ci hanno imposto una curva secca di novanta gradi a dritta, dondolando sull’acqua.
Approfitto della calma generale per aprire una scatoletta di sgombro. Bisogna pur dare qualche cosa da mangiare ad un viaggiatore in cerca di asilo. Il coperchio di un portauova si rivela un ottimo piatto, così la cena è servita. La sterna non fa certo i complimenti, anche se lo sgombro è cotto, salato e sbriciolato. Ne mangia avidamente e sparge pezzettini dappertutto, senza riguardo per Charlotte che la sta osservando incantata. Se solo potesse prevenire l’infestazione di pidocchi, avrebbe già aperto un centro di recupero per animali selvatici.
A parte la sterna, il resto della situazione sta facendo impazzire il capitano. Andando alla deriva nella bonaccia, la corrente ci porta nella direzione opposta a Raiatea, così la nostra rotta sta disegnando un quadrato di due miglia di lato, con dei magnifici e assurdi angoli retti.
Alle dieci arriva un piccolo groppo, che tuttavia ci spinge verso Sudovest. Strambiamo per sfruttare il vento a nostro favore, ma le raffiche finiscono e scarrocciamo ancora più a Ovest. Dopo un’ora è chiaro che non sta funzionando, ma almeno è tornato un filo di vento e ritorniamo verso Sudovest, per poi cambiare idea e girare verso Nordest. L’angolo adesso è buono, ma il Charlotte non è mai contenta di andare a Nordest. Con una controstrambata ci dirigiamo dritto a Sud, verso dove dovrebbe trovarsi il vento forte degli alisei.
Alle sei lascio il timone a Lord Asparagus e scappo sottocoperta, perché sta arrivando un grosso nuvolone nero. È giusto che ognuno prenda la propria dose di pioggia. In questi giorni di acquazzoni continui, mastro Ernests si sta liquefacendo. Ha le mani bianchissime, grinzose e intrise d’acqua, ogni tanto controllo sotto i suoi lunghi capelli biondi per vedere se ha già sviluppato le branchie. Per chi conosce Pirati dei Caraibi, Lord Asparagus ha l’aspetto di Sputafuoco Bill, gli manca solo la stella di mare appiccicata alla faccia. “Parte della ciurma, parte della nave.”
Magicamente però, dieci minuti dopo il cambio al timone, il groppo porta vento da Nordest e mastro Ernests si mette in rotta verso Raiatea, preciso come una freccia. Non posso fare a meno di lodare ancora una volta le sue abilità di dominatore dell’aria, ormai inconfutabili. Ogni volta che mi spertico in questi complimenti, Charlotte mi guarda storto. Non capisce se siamo seri o se stiamo perennemente scherzando. In questo caso specifico, devo dire che non ne sono più sicuro neanche io.
Come faccio a convincermi che sia solo una coincidenza, se alle nove riprendo in mano il timone e il vento gira a Est? Come è possibile?
Così siamo costretti a procedere dritto a Sud, curvando sempre più verso Sudovest.
Il vento aumenta rapidamente e così anche le onde. Ad un tratto vedo una sterna bruna sbatacchiare le ali accanto alla barca, vola in cerchio e atterra di nuovo sul tendalino. Non sembra molto in forze, ma ormai Valiant sta diventando un posatoio instabile.
Tenta un altro volo di prova, passandoci davanti alla prua e ritornando indietro. Fallisce il primo atterraggio, non è facile appoggiarsi con delicatezza su una portaerei che oscilla come un tagadà.
Prende il volo una terza volta, questa volta allontanandosi con decisione sulle onde già alte. La saluto mentre plana sull’acqua, in cerca di pesce. Speriamo che abbia buona fortuna là fuori.
Rispetto a come sono stato trattato io in giro per mezzo mondo, ho la sensazione che siamo stati degli ospiti pessimi.