L’ufficio visti domestico

Lezione di ieri: mai dare per scontato che gli abitanti di una città abbiano visitato la città.
Giovedì 01/06/2022 11:30 Lahore (Pakistan)
Abbiamo un visto da spedire e siamo a corto di cibo, ma per fortuna entra del cibo dalla porta, cucinato dalle solite mani sante della domestica del palazzo, che si occupa di tutto. Non dobbiamo neanche uscire, che non è una buona notizia, ma almeno posso continuare a inviare email agli uffici che si occupano di rilasciare i visti e i permessi speciali per attraversare il confine Wagha-Attari verso l’India. Matej Pranic e Mario Steiner i due motociclisti austriaci incontrati nel deserto di Maranjab, in Iran, hanno appena raggiunto Amritsar in moto, perciò deve essere possibile tornare in India via terra. (Mario e Matej hanno una pagina Instagram che si chiama “freegulliver”.) Anche Ahmad è alle prese con la burocrazia italiana per ottenere un permesso di guida. Questa non è più una casa, è un ufficio visti e licenze.
16:10
Non ce la facevo più, Ahmad ha avuto pietà e mi ha portato a sgambare al parco. Mentre camminiamo spediti, gli uccelli boccheggiano nella calura di Lahore, che all’inizio dell’estate registra solo 40°C. Qui c’è una stagione piovosa, ma dura solo due mesi e non può portare tutta l’acqua necessaria ad una città così grossa. L’acqua utilizzata proviene dal sottosuolo e dal fiume Ravi, che proviene dall’India. Per farsi amare di più dal suo rivale, Il governo indiano ha pensato di costruire tante belle dighe sul fiume Ravi, così in Pakistan arriva meno acqua di prima. Non sarebbe grave se il Pakistan non avesse solo tre fiumi, di cui uno che si sta seccando.
Torniamo a casa a inviare altre richieste ad altri uffici, ed è subito sera.
21:10
Andiamo a prendere Umair, ceniamo con dei tramezzini e raggiungiamo il resto della brigata al bar. Stasera Saajit è scatenato, inizia telefona a tutti per fare un’adunata. Lo ha fatto anche ieri, ma oggi funziona davvero, continuiamo ad arretrare con le sedie per allargare il cerchio.
Per ogni nuovo arrivato è buona norma alzarsi in piedi e salutare con una stretta di mano. A volte capita di stringere una mano morta, altre volte ricevo una vigorosa stretta. Non capisco e chiedo informazioni ad Ahmad.
In pratica le strette di mano sono confidenziali, mentre le carezze sono segno di distacco o di scarsa confidenza, specialmente quando ci si incontra per la prima volta. Tra i tanti nuovi arrivati c’è Hassan, che si offre di portarmi in giro per Lahore domani. Ha trent’anni e lavora nella polizia di Lahore. Come molti altri amici di Ahmad, è in procinto di sostenere l’esame per ricoprire le cariche più alte nel corpo di polizia del Pakistan. Per dare un esempio, Hassan mira a diventare ambasciatore.
Sembra proprio sicuro di questa proposta, mentre io sono poco convinto perché è la terza volta che questo circolo si offre di portarmi in giro, ma non seriamente. Inoltre anche il fratello di Umair si è offerto di portarmi in giro e devo rifiutare.
Pazienza, affare fatto.

3 commenti su “L’ufficio visti domestico”

  1. Luca Franceschi

    Leggendo dell’arena nel confine tra Pakistan e India faticavo a capire cosa stessi intendendo. Avendo visto tale confine nei video di Mario e Matej sono rimasto basito. A cosa serve? Si riempie di gente che guarda chi passa il confine? Ci fanno gli spettacoli?

    1. Ogni giorno c’è una cerimonia tipo il cambio della guardia a Buckingham palace, ma è come se ci fosse l’esercito separatista americano di là dal confine. Si vogliono tanto bene.

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