Lezione di ieri: C’è un buon motivo se quasi nessuno attraversa il Pacifico controvento.
Venerdì 20/10/2023 Oceano Pacifico (Samoa Americane)
A motore, ci avviciniamo ad una pietra miliare di questo viaggio, un traguardo che immaginavo di poter raggiungere circa un anno fa. No, forse sei mesi fa, realisticamente. A quanto sembra, il mondo è più grande del previsto. Alle 14:15 del 20 di ottobre, dopo 728 giorni di viaggio, stiamo attraversando l’antimeridiano di casa mia, 169° 24′ Ovest. Scavalchiamo l’ultima onda ed è fatta, la prima metà del giro è finita! Il capitano mi guarda, stranita, guardando la mia eccitazione mentre riprendo con la gopro l’acqua blu dell’antimeridiano della frazione di Baragalla. Per fortuna che ho già deciso di ritornare in Aprile 2024, altrimenti servirebbero anni per completare l’itinerario lunghissimo che immaginavo alla partenza.
La calma di vento e di mare prosegue fin quasi alle cinque, quando decidiamo di issare un pezzetto di randa e aprire metà del grande genoa. La notte si preannuncia tranquilla, possiamo permettercelo. Ora che abbiamo passato le ultime isole delle Samoa Americane, ci dirigiamo verso le medie latitudini. L’idea di base del capitano è di andare a Sud, per poi risalire verso Nordest con gli alisei al traverso. Significa sgobbare nella prima metà della traversata per avere una navigazione più semplice nella seconda metà. Inoltre, tra cinque giorni è prevista una finestra di vento da Sud, favorevolissimo per noi. Mentre Ernests e io issiamo la randa, Charlotte timona, regola la scotta, cazza le sartie volanti, tira con forza la vela per distendere le pieghe. Il dolore alle costole oggi è migliorato, ma probabilmente è solo un’illusione. Questa mattina ha preso una di quelle pastiglie di Traumadol che le hanno dato in ospedale e si sta riprendendo solo ora dallo stordimento degli oppioidi contenuti nel farmaco.
Il nuovo bordo verso Sud si rivela molto veloce ed efficace, anche se perdiamo qualche miglio deviando verso Ovest. Non sta all’equipaggio discutere sulla rotta da seguire, così ci limitiamo a fare qualche allusione all’altro bordo che ci porterebbe verso Nordest. Dopotutto, non sappiamo che vento ci sarà tra una settimana. Appare subito chiaro che una virata è fuori discussione, anche la discussione è fuori discussione, così stringiamo il vento e proseguiamo. Alle dieci incappo in un grosso groppo di pioggia, che impone di ridurre ulteriormente la vela. A mezzanotte Ernests mi dà il cambio, con il mare ancora calmo e il vento a quindici nodi, una bellezza! Finito il passaggio delle consegne, continuo a parlottare con Lord Asparagus. Attacchiamo all’improvviso, all’unisono: “Uno, due, tre: Buon compleanno a tee! Buon compleanno a tee! Buon compleanno Charlootte, buon compleanno a tee!” È appena iniziato il 21 di ottobre, che oltre a essere il compleanno di Davo, è anche il compleanno del capitano. Lei si sveglia subito, tanto non dorme mai davvero. Dice che nessuno le ha cantato buon compleanno da decenni, è un po’ commossa. Aggiunge che avrebbe voluto preparare una torta di carote, ma per ora è rinviata a quando l’oceano si sarà calmato. Per quanto riguarda il regalo siamo decisamente disorganizzati, per non dire a mani vuote. L’organizzazione non è nelle nostre corde. A bordo ritorna la quiete notturna, mentre continuiamo a divorare miglia verso l’isola di Niue.
Drrrr… drrrr…. Alla mattina presto, scatto in piedi per partecipare alle manovre, chiedendomi che cosa ci sia di così difficile nel venire a svegliarmi in anticipo. Non serve a niente ripetere le stesse richieste, perché i preconcetti di Charlotte appaiono immutabili.
Con sollievo di tutto l’equipaggio, viriamo di bordo per guadagnare un po’ di distanza verso Nordest. Durante la notte il vento ha girato ulteriormente, e ormai stavamo dirigendo a Sudovest. Non è semplice navigare contro le onde di due metri e mezzo provenienti da Est, che ci spingono lateralmente, a spallate. In queste ore il mare sta aumentando, ma il cielo è sereno, segno che forse abbiamo ritrovato il bel tempo.