Domenica 13/08/2023 Mare delle Fiji (Oceano Pacifico)
Charlotte è indaffarata sottocoperta, sta preparando dei maki giapponesi. Oggi sushi per pranzo. È sushi senza pesce perché ieri non abbiamo pescato niente, ma è preparato e impiattato da un cuoco di bordo professionista. Il risultato è una meraviglia degna di un ristorante e sparisce in un battibaleno, specialmente perché Magali e Raphaël ne vanno ghiotti.
Nel pomeriggio svuotiamo la sentina ogni ora e mezza invece che due e mezza come all’inizio, per il resto navighiamo senza un filo di vento. Stiamo entrando in queste ore nella zona economica delle Fiji, a duecentoventi miglia dall’atollo Conway. L’atollo Conway protegge un’isola sabbiosa di 250 per 100 metri, che emerge dal mare. Grazie a quel mucchio di sabbia che spunta dal mare, i pescherecci fijiani hanno accesso a un’enorme regione di oceano che altrimenti sarebbe da considerare territorio internazionale. Se vogliamo essere pignoli, prima di raggiungere le acque delle Fiji attraverseremo lo spigolo a Sudest della zona economica della Nuova Caledonia, che si estende fin quaggiù grazie ad un altro mucchio di sassi chiamato isola Hunter, di proprietà della Francia.
È il momento di mettere mano al sestante, finalmente. Mentre rilevo l’altezza del sole sull’orizzonte, Ernests mi aiuta leggendo l’orario esatto sull’orologio di bordo. Il libro raccomanda ai principianti di iniziare con un aiutante, per ridurre gli errori di misurazione.
Ora che ho i dati, mi sa che devo rileggere il libro per ricordarmi esattamente come procedere a elaborarli. Questa notte avrò sicuramente qualcosa da fare durante le ore di guardia.
La notte trascorre come ieri, stellata e calma, con il rombo del motore di sottofondo. Questa volta ci ricordiamo di svuotare la sentina, sissignore che ci ricordiamo. Lo sgocciolio al timone ormai forma un rivoletto sul fondo dello scafo, pompiamo l’acqua una volta ogni ora. In pozzetto, la lancetta segnavento non fa che piroettare per tutta la mattina, segno che l’anemometro non rileva altro che il dondolio della barca sull’acqua. Stando alle nuove previsioni meteo, ormai siamo vicinissimi ai margini della zona di bonaccia. Nel frattempo, Charlotte cucina un’insalata fredda di pasta cetrioli, pomodori, prezzemolo fresco e olive. Oliveee, quanti ricordi.
Alle otto della mattina, sotto il sole già bollente, una strana sensazione sulla pelle ci avvisa che l’aria si muove. Non è il vento da prua generato dal motore, viene da dritta, cioè da Sud-sudest. Sono gli alisei! Issare tutte le vele!
Issiamo la randa, il grande genoa e il controfiocco, per aiutare il motore a procedere e spremere questi cinque nodi di vento fino all’ultima goccia. Per non rischiare di cantare vittoria troppo presto, il motore resta acceso a ritmo sostenuto. Ora che le vele sono issate e a segno, abbiamo tutti bisogno di una seconda doccia, la seconda in sei giorni. È così che va per mare, si fa tutto in base al meteo, anche la doccia.