(e sono ancora vivo)
Lezione di ieri: la mia ricerca sulle persone è viziata in maniera molto più pesante di quanto pensassi.
Domenica 12/12/2021 8:32 Sofia (Bulgaria)
È presto e probabilmente ci sono solo io sveglio, andiamo ad accendere il forno per fare colazione, così intanto scrivo. È stata un’ottima idea comprare la farina ieri, ne comprerò un altro chilo oggi.
Dopo non molto arriva Lena e niente, nevica anche oggi e si parla di neve, quando arriva anche Luiz mostro a tutti e due un video spettacolare che ho trovato ieri sera su YouTube, riguardante la formazione dei fiocchi di neve.
Le ore corrono veloci mentre si chiacchiera e mentre cerco di scrivere, poi arriva anche una signora che avrà più o meno l’età della Tina, la proprietaria, cioè ha sessant’anni suonati, probabilmente di più. Sto cercando di scrivere, ma continua a fare domande in bulgaro, a un certo punto lascio perdere e parlo con lei, tanto devo restare qui a badare al forno.
Viene l’ora di cena e stasera Lena sciopera, vado a fare la spesa con Yuri e Luiz. Sono due giorni che si mangia riso, quindi stasera la scelta è praticamente obbligatoria: pasta. Dato che la pasta, la pizza e il gelato sono cibi prettamente italiani che tendenzialmente all’estero sono fatti peggio oppure hanno un costo improponibile, non li compro spontaneamente. In realtà la ragione principale è che è bello sentirne la mancanza e riabbracciarli dopo tanto tempo.
Stasera si mangia pasta al forno, mezzo chilo è poco quindi ne facciamo un chilo in quattro e crepi l’avarizia. Aggiungo un tocco da italiano comprando il formaggio più stagionato e gli ingredienti per la besciamella, al posto di acquistare un cubo del formaggio più economico del Lidl.
Mentre aspettiamo che cuocia la pasta, Luiz mi racconta di sé. Luiz qui indossa permanentemente una grande felpa pelosa color marrone chiaro, intonata con i suoi capelli biondo scuro. Ha un aspetto ursino, anche se la sciarpa rossa di tela leggera lo identifica come orso dei cartoni animati, non uno vero. Ha iniziato l’università a San Paolo studiando ingegneria elettronica e nel frattempo ha frequentato un gruppo di artisti. Le arti grafiche lo hanno interessato, ma hanno risvegliato in lui un’altra vena artistica, quella della musica. Quando era piccolo aveva imparato a suonare la chitarra, per poi accanatonarla per molti anni. Frequentando ingegneria ha capito che gli interessava diventare un musicista, con un particolare interesse per le percussioni. Ci sta ancora lavorando, perché è stata una riscoperta abbastanza recente. Al momento si sta impegnando con Yuri a lanciare il negozio online, che al momento è prioritario. Un attimo dopo entra il suo socio, che è un pittore dentro e fuori. Yuri non porta la barba, ma ha un paio di baffi arricciati all’insù e dei capelli ricci ormai troppo lunghi, che tiene raccolti con una fascia per non averli davanti alla faccia. Non è solo un artista, ma anche un pensatore. Mi chiede se ho anch’io l’impressione che certe lingue siano migliori di altre per esprimersi in ambiti diversi. La domanda è decisamente interessante, non ci avevo mai pensato. Non mi sembra, solitamente quando non riesco a esprimere adeguatamente un sentimento o una descrizione il problema è il mio vocabolario troppo ristretto. Esiste una quantità sconfinata di parole, il problema è conoscerle. Ci scambiamo un paio di parole ricercate e bizzarre: preposterous e scrumptious. Rispettivamente, sono i superlativi di assurdo e delizioso.
21:50
Con molta calma la pasta al forno cuoce e siamo pronti per sfornarla. Il vassoio rotondo è talmente grande che la porta del forno non si chiude e l’abbiamo sigillata con un canovaccio.
Io ho finito di mangiare poco fa un altro mezzo chilo di riso con la salsa di California Reaper di Hector, ma non è mai troppo presto per una seconda cena.
Dopo un’eternità, sulla mia forchetta vedo della pasta. L’ho aspettata a lungo, sapevo che prima o poi sarebbe arrivata. Come Yuri, anch’io sono quasi commosso. Sono passati cinquanta giorni dall’ultimo piatto di pasta, è ora di rompere il digiuno.
Dopo cena Yuri va in terrazzo a fumare, ma ritorna indietro quasi subito per annunciare che nella sala comune, dove ci sono il divano e la televisione, ci sono i due nuovi ospiti bulgari intenti a fumare metanfetamina. Molto bene, interessanti gli ostelli di Sofia. Inizio a chiedermi se sia normale, magari sono io che sono abituato a degli ostelli troppo salutisti. No, da come ne parlano gli altri non sembra una cosa normale.
Dopo un’oretta compare la Tina e Lena le porge il telefono, dove Google traduttore spiega in russo quello che sta aggiungendo nell’altra stanza, aggiungendo che siamo anche preoccupati per la cosa. Sono abbastanza convinto che se qualcuno vi dicesse che ci sono due ospiti che stanno fumando crystal meth nell’altra stanza, il vostro disappunto non sarebbe dovuto al fatto che sono “nella stanza”. Magari non è una cosa normale che ci si faccia di metanfetamina all’ostello, ma a quanto pare quei due sono proprio birichini e invece di stare fuori dalla finestra si drogano al chiuso. Si fa sul terrazzo, non dentro la stanza, oh insomma.
La Tina va subito di là a dirgliene quattro. È così incisiva che quindici minuti dopo siamo esattamente al punto di prima. Tre, due, uno… meth time!
Nel frattempo noi dobbiamo fare piano e bisbigliare per non disturbare, forse dovremmo andare anche noi a fumare in silenzio, che è maggiormente tollerato. In cucina ci sono addirittura una telecamera e un altoparlante, con cui il Grande Fratello ci può guardare e redarguire.
Dopo tutto ciò è il caso di andare a letto tanto qui c’è proprio poco da fare.