Se qualcuno chiedesse a un paguro se per caso non trovi troppo pesante la propria conchiglia, immagino che lui risponderebbe che no, non è eccessivamente pesante. È spessa quel tanto che basta per farlo sentire al sicuro dai predatori e comunque se mai si sentisse affaticato gli basterebbe uscirne e trovarne una più leggera. “Le manca qualcosa là dentro, signor paguro?” Macché, non gli manca niente: se si mette male si ritira nella conchiglia, dove tiene (stipati in fondo) la settimana enigmistica, una matita, occhiali da vista e abat-jour. Può passare là dentro un intero inverno.

Lo zaino è uguale: aprendolo si dovrebbe trovare tutto il necessario per poter dire di trasportare la propria casa. Se si mette male diventa difficile ragionare con lucidità, specie se si ha fretta perché sta arrivando il buio. Sapere di poter pernottare ovunque permette di vedere la situazione in modo totalmente diverso e di organizzare con calma un piano B. Lo zaino che porto è un compromesso tra la trasportabilità e la preparazione a ogni evenienza.