La caccia notturna al vento dell’Ovest

Mercoledì 09/08/2023 Mare delle Fiji (Oceano Pacifico)
Quando il sole si avvicina all’orizzonte, montiamo di guardia Ernest e io. Il mare si sta arrotondando, Magali sta leggermente meglio e il vento langue. Prima di salire in coperta ho messo sotto i denti una seconda manciata di uva passa. Valiant procede ancora, ma le onde fanno sbattere le vele in continuazione e bisogna timonare pazientemente, aspettando l’alba.
Alle dieci e mezza, ecco un’anomalia. La lancetta segnavento smette di oscillare a destra e a sinistra intorno al Sud, sale sale e si piazza a Ovest. Il vento aumenta leggermente, proviene dal buio alla nostra sinistra. Scendo sottocoperta: “Capitano, il vento ha appena virato di quasi novanta gradi. Ora viene da Ovest, che cosa facciamo con le vele?” Il capitano non dorme mai davvero, infatti Charlotte si solleva dal letto di scatto. Con gli occhi sgranati
esclama sottovoce: “Il vento dell’Ovest! L’abbiamo trovato!” Le previsioni meteo indicavano vento stabile da Ovest, in teoria doveva levarsi già ore fa. Mentre il capitano ricontrolla le previsioni meteo, resto al timone un’altra mezz’ora. Prima di dormire, do fondo all’ultima cucchiaiata di fagioli in scatola. Tre ore fa ho trovato in cambusa una lattina aperta, ma non mi sono attentato a mangiarne più di un cucchiaio per volta.
Ricevo nuovi aggiornamenti molto più tardi, alle tre di mattina. Durante il turno di Charlotte il vento è diventato di nuovo capriccioso, tanto che per tre ore abbiamo navigato a motore, cercando il vento dell’Ovest. Il ponente ha ripreso a soffiare con costanza solo un paio d’ore fa, così ora veleggiamo di nuovo. Incredibilmente, c’è una nave all’orizzonte, una nave da carico con tre grosse gru sul ponte. Grazie al vento dell’Ovest riusciamo a tenere una rotta diretta verso le Fiji e grazie all’oceano calmo Magali si sta lentamente riprendendo. È semisdraiata in pozzetto, avvolta nelle coperte.
Ora che siamo tutti svegli e il vento è leggero, possiamo tentare un esperimento. Il capitano vuole issare il blooper, una vela che non abbiamo mai utilizzato prima d’ora. Il diabolico blooper sale in un baleno, si gonfia e crea una gigantesca bolla rossa a dritta dell’albero. Ora è nelle mani di Raphaël, che deve timonare con estrema attenzione mentre noi cerchiamo di spostare la vela verso prua, in modo che ci spinga in avanti. Ha una forma talmente bislacca che non capisco proprio come possa spingere la barca in avanti. Due volte il blooper si sgonfia, come un soufflé venuto male, ma la seconda volta Raphaël non riesce a recuperarlo in tempo. La tela sottile del diabolico blooper cade in acqua e cerca di infilarsi sotto la barca. Spronati dalle grida del capitano, issiamo il blooper sul ponte, al sicuro. Non è il caso di usarlo oggi, non siamo ancora abbastanza esperti.
Per sfruttare questo venticello leggero, oltre alla randa e al grande genoa possiamo issare il controfiocco, una vela leggera che si appende sul secondo strallo, tra genoa e randa. Questo è facile da gestire, e adesso abbiamo tre vele!

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