Lezione di ieri: Non c’è niente di meglio del peperoncino, per scoraggiare i mammiferi golosi (Gli uccelli non sentono il piccante).
Martedì 13/12/2022 Samarinda (Indonesia)
Resto sveglio fino alle sei, ma poi mi pare un’idea furba andare a dormire, anche perché domani sarà ora di partire per Samboja Lestari e Balikpapan.
È l’ultima occasione per cuocere la zucca, per scrivere un altro pochino e per lavare i vestiti. Così i vestiti restano lì ad aspettare e aspettare, praticamente per tutto il giorno. La zucca invece viene bene, torna utile per dare un senso a quel pochino di sugo di pomodoro con le sardine che giace in cucina da un paio di giorni.
Nel pomeriggio arrivano a casa dieci studenti di architettura per discutere dei nuovi progetti, finché finalmente Acmad si libera e può uscire a bere qualcosa. Mentre aspettiamo un amico, è meglio cenare con iniziare a cuocere un paio delle pannocchie arrivate ieri, che stanno già iniziando a fermentare. Ieri sera è passato uno studente di Acmad, ha portato in cucina una borsa di pannocchie e se ne è andato. Mi hanno detto che in questa casa è normale che ogni tanto gli studenti portino qualcosa. È stato un bel gesto, ma è evidente che verranno buttate via, qui solo Budhi è in grado di cucinare, ma è quello che mangia meno di tutti.
Questa sera siamo in tre, perché si aggiunge anche Ronald (non siamo in America, qui si dice Ronàl), che ha un anno meno di me. Uscire a bere in Indonesia non ha a niente che fare con l’alcol, solitamente. Invece del solito caffè o di varie altre bevande con il ghiaccio, questa sera andiamo da un chiosco che vende STMJ, o SusùTelùrMadùJahé (latte-uovo-miele-zenzero). Procedimento: rompere due uova in una tazza, maltrattarle con il cucchiaio fino a renderle omogenee, aggiungere un mestolino di miele diluito con acqua e latte bollente aromatizzato allo zenzero (probabilmente anche il latte è diluito con acqua). È abbastanza semplice da poterlo replicare anche in Italia.
Ronald, pur essendo indonesiano, riesce a utilizzare la bicicletta da corsa senza crepare di fatica. È in grado addirittura di avventurarsi fuori città, dove ci sono le salite, tremende. Dice che la maggior parte dei ciclisti di Samarinda amano pedalare nei dintorni della città, ma sono velocisti e non si cimentano nelle lunghe distanze. Ronald non arriva ai cinquanta chilometri orari in piano, ma in compenso progetta un’uscita di due o tre giorni verso Sud. In quanto uomo indonesiano, Ronald è anche un fumatore incallito, perciò senza nicotina non va da nessuna parte. Sostanzialmente fuma e pedala, proprio come una locomotiva. Come rimpiango i turchi, che fumavano così poco!
I tavolini del chiosco STMJ, che forse sarebbe più appropriato chiamare baracchino, sono sui blocchi di cemento che coprono un piccolo canale, a bordo strada. Non è strano quindi che le zanzare facciano festa, dato che Ronald è in pantaloni corti e ciabatte, mentre Acmad e io siamo usciti in sarong. (Il sarong è la veste lunga tradizionale, che si indossa con lo stesso principio di un asciugamano.)
Torniamo a casa, finisco di scrivere e si va a letto, domani partiremo alle otto.