Un altro giorno nella foresta con piscina

Lezione di ieri: fare l’autostop con calma è una buona strategia per temporeggiare.
Martedì 05/01/2022 8:50 Kaklık (Turchia)
Durante la notte mi è venuto mal di gola, il ché non è affatto un buon segno. In effetti là su una tonsilla c’è una placca bianca. Ecco a che cosa serve davvero lo specchio che mi sono portato non avevo pensato a questo utilizzo. Che fare? Intanto bisogna raggiungere un posto dove il telefono prende, quindi è il caso di preparare il trasloco.
Faccio un giro di esplorazione in cerca della connessione e nel frattempo arriva un fuoristrada con a bordo un uomo e una donna. Si fermano a meno di cento metri dal mio telo blu e lui inizia a scavare.
Sgusciando di cespuglio in cespuglio ritorno verso l’amaca, per poi avvicinarmi a loro con il binocolo per vedere cosa combinano. Sono troppo lento perché i rami secchi per terra sono molto rumorosi, quando arrivo a vederli di nuovo stanno già risalendo in macchina. Apparentemente hanno portato via qualche secchiata di terra, niente di più. Speravo di assistere ad un’occultamento di cadavere, invece niente, chissà cosa stavano facendo.
Trasporto i miei averi in un posto più nascosto e faccio qualche telefonata per capire che cosa fare per questa placca in gola.
Per fortuna oggi la dottoressa non è ancora in ferie e dice di prendere un antiinfiammatorio per cinque giorni e vedere come va. Per eliminare il grosso della colonia batterica conviene cercare di staccare la placca meccanicamente. Come Chuck Noland nel film Cast Away, cerco la scatola con i pattini per usarli come utensile. Non trovo quel pacco e non ho cotton fioc, quindi l’alternativa è prendere un rametto di pino e appuntirlo come se fosse una spatola. Non vedevo l’ora di fare una di queste operazioni chirurgiche alla John Rambo. Delicatamente eseguo la pulizia e scrivo un altro po’.
16:30
Nel frattempo il sole è alto in cielo e si sta benissimo, mentre sono seduto al sole scrivo e telefono. Ho finito il primo litro d’acqua, è giunto il momento di assaggiare il melograno enorme. Perché tagliandolo sgocciola? Stai a vedere che… sì, è marcio. Belli i melograni del supermercato, sono buoni soprattutto.
Telefono tantissimo, fino al tramonto, e con l’ultima mezz’ora di luce scendo a rimontare il campo in un posto riparato dal vento che si è alzato quando è scomparso il sole. Resta da fare un’ultima telefonata alla Martina la mia compagna di università che ha un cane, Sam. Ho bisogno di qualcuno che risollevi la mia opinione di quelli che si fanno chiamare i migliori amici dell’uomo. Quell’uomo probabilmente non sono io.
È utile, almeno adesso so che quei dementi fanno così perché hanno paura, anche se resta da chiarire perché mi abbaino contro per ore, anche quando è palese che non sto facendo un bel niente a parte esistere. La telefonata è lunghissima come tutte le telefonate con Martina, anche perché lei desidera andare in Australia e parliamo a lungo dei suoi progetti di viaggio. A quanto pare in Australia è vietato il campeggio libero e le multe sono salatissime, come in Svizzera e in altri paesi barbari simili. Gli australiani hanno appena perso la mia stima, resta solo il fascino per le bestie velenose che popolano l’isola. La Scozia e la Scandinavia sono paesi belli, dove esiste il “Diritto di ogni uomo” cioè la possibilità di campeggiare liberamente seguendo alcune norme di comportamento che prevengono il disturbo agli abitanti. Magari il divieto in Australia serve per prevenire gli incendi, ma campeggiare non significa accendere un fuoco. Potrebbero semplificare le norme e sparare a vista ai piromani, riguadagnerebbero molta della mia stima. Mentre siamo al telefono, si alza un coro di lupi dall’altra parte della valle. “Meglio i lupi degli uomini Martina, non è la prima volta che li sento.”
È ora di mettere giù e preparare la cena e il tè, preparo le pietre e accendo il fuoco, che divampa in fretta nel fornello grazie ai rami secchi che ci sono qui in giro. Non c’è acqua, ma almeno la legna è asciutta. Forse è un po’ troppo asciutta, con questo vento non mi fido a fare il fuoco. Se una brace cade sugli aghi di pino si accende tutto il bosco in un attimo, è a causa di quelli che non spengono i fuochi che i governi vietano il campeggio.
Peccato per il tè, spengo tutto e aspetto che le braci si consumino del tutto, al momento nel fornello ce n’è una pila pericolante.
20:15
Le braci sono quasi spente e confinate nel fornello, posso dormire sonni tranquilli. Scrivo un altro po’ e la giornata finisce senza che sia successo niente di particolare, è questo lo scopo di spostarsi lentamente.

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